La pietra è senza ombra di dubbio un materiale naturale dal fascino intramontabile, un tempo veniva utilizzata molto più di frequente in ambito architettonico, sia per le pavimentazioni che per quanto concerne la realizzazione di veri e propri elementi d’arredo; oggi il suo utilizzo si è decisamente ridimensionato non tanto per motivazioni estetiche e prettamente di gusto, ma piuttosto per i costi molto più elevati rispetto ad altre materie prime, dovuti non soltanto alla lavorazione, ma anche all’estrazione ed al trasporto. Vi sono poi alcune zone che per vocazione territoriale sono più portate ad utilizzare la pietra, proprio perché estratta in quelle aree geografiche, dove dunque si trova ancora una certa abbondanza di abili artigiani scultori (si persi ad esempio a Carrara, patria del marmo bianco, ma non solo ovviamente!).
Alcuni considerano la pietra un materiale piuttosto freddo ed in molti casi un po’ “datato”; in realtà molto dipende dal tipo ti pietra che si utilizza, dalla finitura superficiale scelta e soprattutto da come si utilizza! La pietra infatti oggi viene spesso rivisitata da designer ed architetti d’interni in chiave assolutamente moderna: in questo modo antico e nuovo, tradizione e modernità si mescolano e si fondono fino ad ottenere splendidi risultati, davvero impensati, con proposte assolutamente ricercate, eleganti, sobrie e d’effetto: è proprio l’utilizzo della pietra, con il suo aspetto austero e lussuoso, con le sue caratteristiche colorazioni e le sue venature, a dare un valore aggiunto a talune creazioni, che appaiono davvero ultra moderne, uniche ed inconfondibili!
La pietra, per quanto concerne più nello specifico la realizzazione di tavoli e tavolini, può però essere utilizzata in differenti modi. Innanzitutto difficilmente si avranno degli elementi completamente ed unicamente prodotti con la pietra, a meno di alcuni rari casi in cui si parla di tavoli da esterno, per giardini o parchi. I tavoli di questo tipo sono solitamente elementi molto solidi e robusti, dalle linee semplici ed elementari, si potrebbe quasi dire volutamente “rozze e primitive” che, proprio per tentare una fusione ancora maggiore con la natura che li circonda, spesso e volentieri sono lavorati e sbozzati in maniera grossolana, con finitura a spacco, quasi volessero apparire come preesistenze di un tempo passato. Accanto a tavoli del genere, anche le sedute possono essere realizzate nel medesimo modo e, per lo più, riprendono la tipologia a panca, soprattutto se stiamo parlando di parchi o luoghi pubblici, se invece si tratta di elementi inseriti all’interno di spazi verdi privati sono perfette da abbinare a tavoli in pietra anche delle sedie in ferro battuto, magari rese ancor più confortevoli dalla presenza di morbidi cuscini!
Quando invece si parla di tavoli da collocare negli spazi interni ad un’abitazione, solitamente la pietra viene usata o unicamente come piano, in abbinamento a strutture metalliche in ferro battuto, in acciaio cromato, satinato o verniciato, a seconda dell’effetto che si desidera ottenere e dello stile, oppure in alternativa come base del tavolo, accoppiata generalmente ad un piano in cristallo che lascia completamente a vista la parte “pregiata” sottostante.
Moltissimi sono i modelli che ricalcano la prima situazione illustrata: vi sono tanti casi prodotti su misura e su richiesta del cliente in maniera del tutto personalizzata, ma anche diverse linee realizzate in serie (anche da grandi nomi), tra questi ricordiamo ad esempio il tavolo tondo Ristoro di Zanotta, con piano in beola argentata e base in ghisa verniciata. Molto belle ed indubbiamente originalissime anche tutte le varianti della serie Domino dove il piano di ciascun tavolo, montato su un telaio in alluminio (che può essere verniciato con le tinte più disparate), è formato da lastre accostate di diverse pietre, tutte provenienti dall’area vicentina, ma ciascuna di un colore e di una dimensione differente dalle altre, esattamente come fossero le tessere di un domino!
Nel secondo caso invece si tratta di vere e proprie sculture in pietra, artisticamente lavorate; oggi come oggi per questo tipo di realizzazioni non sempre (anzi molto di rado!) si utilizza la pietra vera e propria, sbozzata e scolpita come si faceva un tempo, molto più di frequente vengono impiegati agglomerati di pietra, per lo più di marmo.Si tratta di quello che viene anche altrimenti definito “marmo ricostruito”, in realtà altro non è che una miscela di resine poliestere ad altissima resistenza, con inglobata della polvere e del granulato di marmo da cui si ottiene un impasto facilmente lavorabile e sagomabile a proprio piacimento, a cui è possibile dare le colorazioni più disparate: il risultato è un materiale assolutamente più leggero della pietra, meno deteriorabile e più facilmente lavabile.
La ditta Moletta si è specializzata proprio nella realizzazione di complementi d’arredo, e in particolar modo basi per tavoli e tavolini, in agglomerato di marmo, con due linee differenti: una che riprende le forme ed i decori di un tempo rifacendosi a quelli presenti nelle ville venete ed una spiccatamente più moderna, dalle linee geometriche ed essenziali, in modo tale da venire incontro a qualunque tipo di clientela!Al contrario LDM Italia è una realtà vicentina che lavora ancora la pietra sedimentaria del luogo (il cosiddetto marmo di Vicenza, estratto nei colli veneti Berici), in maniera assolutamente artigianale così come si faceva una volta (la sigla LDM altro non è che l’acronimo di Laboratorio del Marmo) producendo non solo complementi ed elementi d’arredo, ma anche oggetti d'uso comune, ciascuna creazione ovviamente è un pezzo d’arte unico ed inimitabile (non riproducibile in serie!), con una forza espressiva indiscutibile. Così facendo LDM fa rivivere questa materia antica creando i presupposti per coniugare tradizione, innovazione e slancio verso il futuro, sempre comunque avendo un occhio di riguardo rispetto alla cultura del proprio territorio.
Molte voltepoi si decide di impiegare per il piano del tavolo della cucina la stessa pietra che si è utilizzata per il top della zona cottura: spesso si opta per il marmo, ma si tratta di una pietra che benché lucidata e trattata resta comunque porosa, per cui è alto il rischio che possa assorbire dei liquidi e soprattutto le sostanze acide utilizzate in cucina (come l’aceto o il limone), che penetrando all’interno della materia tendono a scioglierne il calcio presente. Forse è meglio in questi casi ripiegare su un granito, oppure se si è alla ricerca di un effetto molto moderno e particolare anche l’ardesia nera, levigata e lucidata, può essere un ottima soluzione alternativa. Oggi anche prodotti alternativi similari alla pietra, come ad esempio il famoso Okite sono molto in voga ed assolutamente consigliati sia per i piani dei tavoli da cucina che come top per la zona cottura, proprio perché non porosi, resistentissimi, antigraffio, antimacchia e facilissimi da pulire, senza dovere usare alcun accorgimento particolare. Per i piani dei tavoli da pranzo e dei tavolini da salotto i rischi sono fisiologicamente minori per cui ci si può tranquillamente sbizzarrire scegliendo la pietra che dal punto di vista estetico ci soddisfa maggiormente.
Immagini: www.budau.it e www.bullstones.it
Sara Raggi